Il dentifricio è un prodotto finalizzato alla pulizia, alla manutenzione dell’estetica ed alla salute dei denti.
Assieme allo spazzolino viene utilizzato comunemente per promuovere l’igiene orale.
È importante notare che la maggior parte delle operazioni di pulizia vengono effettuate mediante l’uso meccanico dello spazzolino da denti, e non per l’attività del dentifricio.
COSA TROVIAMO DENTRO UN COMUNCE DENTIFRICIO?
- Acqua
- Sostanze abrasive: carbonato di calcio, fosfato di calcio diidrato o anidro, silici, silicati e gel silicati disidratati. Hanno azione pulente e lucidante.
- Materiali umettanti e lubrificanti: glicerina, sorbitolo e polietilenglicole. Hanno la funzione di trattenere l’umidità e di impedire l’indurimento del dentifricio a contatto con l’aria.
- Leganti ed addensanti: per prevenire la separazione degli ingredienti solidi da quelli liquidi, vengono utilizzati glicerina e derivati della cellulosa.
- Detergenti come il sodio lauril sulfato e la cocamidopropil betaina: sono impiegati per formare la schiuma e asportare le sostanze rimosse con lo spazzolino, che rimangono inglobate nelle bollicine.
- Aromi: diverse sono le sostanze che vengono aggiunte al dentifricio, come mentolo, timolo, menta piperita, cannella ed altri oli essenziali.
- Dolcificanti acariogeni: sorbitolo (ha anche funzione conservante), saccarina e xilitolo (ha anche funzione antiplacca).
- Sostanze funzionali come fluoro, idrossiapatite, clorexidina ecc.
Dott.ssa Valentina De Rubeis
È caratteristico che in gravidanza si abbia un aumento di forme di gengivite e talvolta la comparsa di caratteristiche estroflessioni interdentali dette epulidi.
Le epulidi crescono velocemente a partire dal terzo mese, e sono localizzate in genere sull’arcata dentaria superiore.
Si formano tra due denti, di solito vicino a quelli compresi nella zona fra i due canini.
La causa delle epulidi è multifattoriale, è ipotizzabile che sia necessario una concomitanza di cause e di fattori predisponenti nella genesi del quadro clinico.
Tra essi possiamo ricordare: la presenza di focolai infettivi a carico dei tessuti parodontali profondi e superficiali, il biotipo parodontale, le alterazioni fisiologiche ormonali (tipiche del periodo gravidico) e l’assunzione di alcune terapie farmacologiche sistemiche.
Le epulidi devono essere asportate solo qualora siano molto fastidiose o sanguinanti, infatti nella maggior parte dei casi regrediscono spontaneamente dal nono mese in poi.
Le metodiche terapeutiche tradizionali si avvalgono di tecniche d’asportazione escissionali con bisturi a lama fredda, di toilette chirurgiche locali che comprendono manovre di levigatura radicolari e ossee alveolari.
E’ possibile prevenire questa patologia con un programma di igiene orale professionale a cominciare dall’inizio della gravidanza e continuare poi a livello domiciliare, evitando però l’uso di agenti per il controllo chimico della placca come la clorexedina poiché attualmente mancano test di teratogenicità; sono consigliati i collutori a base di sostituti salivari che contengono gli stessi componenti della saliva.